Il quotidiano Edilizia e Territorio de Il Sole 24 ORE, il 30 novembre, pubblica articolo intitolato
RIUSO DI INERTI, MERCATO IN STALLO
L’articolo mette in luce le criticità del settore e come vengono affrontate alcune problematiche:
Raccolta dati di produzione e gestione dei rifiuti da C&D, che inficerebbe il calcolo della reale percentuale di recupero dei rifiuti: “I dati in base ai MUD parlano di 75% di riciclo di rifiuti edilizi, ma il dato è inaffidabile”.
Carenze normative, dove a tal proposito si legge: “L’ANPAR chiede, che venga emanato un provvedimento che stabilisca criteri e condizioni affinchè un rifiuto, dopo essere stato sottoposto a recupero, cessi di essere tale. Il Ministero dell’Ambiente fa sapere che sul tema, in accordo con i Ministeri della Salute e dello Sviluppo Economico, è stato istituito uno specifico gruppo di lavoro”.
“Un piccolo passo in avanti è rappresentato dalla Norma UNI 11532 – 1 ‘Costruzione e manutenzione delle opere civili delle infrastrutture. Criteri per l’impiego dei materiali’ emanata nell’aprile 2014, che fornisce indicazioni specifiche sulla classificazione delle Terre, sulla designazione degli aggregati e delle loro miscele e sui criteri per la verifica di conformità. Essa, inoltre, indica i valori di riferimento per le caratteristiche tecniche in relazione a ciascuna destinazione d’impiego”. In merito il Presidente UNI, Piero Torretta, specifica: “Si tratta di una guida alla scelta del materiale in funzione della sua destinazione d’uso (rilevati, sottofondi, fondazioni, ecc.). Essa non ha carattere di obbligatorietà poiché non impone un comportamento da seguire. Di fronte ad una necessità, spiega come agire. Ma se tali indicazioni non vengono inserite nei capitolati di gara non cambierà nulla”.
Resistenza che il mercato incontra nella sua affermazione, a causa della crisi dilagante in tutti i settori. Il Presidente ANPAR afferma: “L’impatto della lunga crisi sul nostro settore ha portato le Aziende a una riduzione del fatturato che varia da Regione a Regione e mediamente compresa tra il 30% ed il 50%”.
Forte diffidenza nei confronti dei Nostri prodotti riciclati, che si traduce nella non contemplazione degli aggregati riciclati nei Capitolati d’Appalto e al limitato impiego. Tuttavia “l’ANAS fa sapere che sta effettuando una revisione dei propri Capitolati Speciali d’Appalto, con incontri svolti e di prossima programmazione con ANPAR e Legambiente”.
“RFI invece sembra più concentrata a come gestire lo smaltimento di tali inerti prodotti nei propri cantieri “Nel 2014 RFI ha prodotto circa 115 mila tonnellate di rifiuti da C&D, il 75% circa dei quali classificati come rifiuti non pericolosi. Nella loro gestione, RFI ha da tempo adottato politiche che favoriscono l’avvio degli stessi al recupero”.